domenica 20 novembre 2022
Fenomeni globali
giovedì 10 novembre 2022
Come mine vaganti
Oggi propongo una lettura dal titolo “come mine vaganti”, di Sandro Ursini (2022), per meglio dire, utilizzando le sue stesse parole, una “Raccolta di poesie” che, come egli precisa, nonostante “nella vita vera” si occupa d’altro, scrive per il “gusto di rendere eterni i suoi sentimenti e condividerli con quanti li comprendano”. Ebbene, perché, quindi, ho deciso di dedicare questa breve presentazione ad una raccolta di poesie che sembrano nascere da stimoli del tutto personalistici? Una risposta potrebbe essere – forse la più banale e la meno condivisibile – perché l’autore è una persona amica che conosco da decenni, con il quale condivido, con incommensurabile orgoglio, così come si descrive, “le mie umili origini”. E chissà se a volte, mi permetto di aggiungere, non siano proprio le umili origini a generare interessanti carriere.
Tuttavia, non è questo il punto. Infatti, credo che seppur gli stimoli che hanno ispirato l’autore siano, verosimilmente, di natura personalistica, altrettanto, a mio modesto parere, non necessariamente lo sono gli spunti dal medesimo forniti, descritti e circoscritti; vale a dire, scrive: una rappresentazione “rivolta al sociale” e “con uno sguardo attento in favore delle donne, degli emarginati, degli uomini liberi, oppure liberi solo nei sogni”.
Sicché, sono questi anzidetti brevi richiami che mi convincono a dare giusto spazio su questa rivista al testo in esame, proprio perché l’autore fa riferimento a temi di levatura sociologica che tratto oramai da anni nei miei scritti ed in aula con i miei studenti, non a caso con specifico riferimento al rispetto dei diritti inalienabili della persona che nulla e nessuno ha il diritto di mettere in discussione al punto da renderli, o comunque tentare di renderli, reversibili. E dunque anche con riferimento al concetto di libertà (positiva e negativa) secondo un’analisi filosofica e giuridico-costituzionale.
Tornerò su questi concetti in maniera più approfondita con separata pubblicazione, per ora mi limito a citare Hobbes, quando si espresse sul principio libertas silentium legis, ovvero che non tutti i comportamenti dei cittadini possono essere regolati dalla legge, e dunque “vi saranno necessariamente infinite attività che non risulteranno né comandate né proibite, e che ciascuno potrà svolgere o non svolgere a suo arbitrio”. Oppure, che “ogni atto della libertà umana e ogni desiderio procedono da una qualche causa, e questa da un’altra, in una catena continua”. Ma non da ultimo: al “coraggio di servirti del tuo proprio intelletto”, che Kant cita a proposito della “libertà di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi”. Ed ancora, come non ricordare, altrettanto brevemente, Locke, rispetto al fatto che tutti gli esseri umani nascono liberi e solo per propria volontà cedono il loro potere allo Stato, purché esso ne salvaguardi la sicurezza e le libertà.
Cosa aggiungere, dunque, se non il link per l’acquisto del libro ed al profilo del suo autore.
Sociologia Contemporanea (ISSN 2421-5872 Online). Numero 16A22 del 10/11/2022