Titolo completo, Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana (2011), Padre Gabriele Amorth (1925-2016). Molti lo conoscono come il più famoso esorcista al mondo, intervistato dalla stampa internazionale cattolica e laica, invitato in decine di trasmissioni televisive, protagonista di migliaia di pagine sul web. Pochi sanno, però, che prima di diventare sacerdote fece la guerra, fu partigiano e prese una laurea in giurisprudenza. Padre Amorth, sacerdote paolino, fine teologo mariano, è stato inoltre per molti anni direttore della prestigiosa rivista “Madre di Dio”. Poi, l’incredibile svolta. Fu il cardinale Ugo Poletti che, a Roma, lo invitò ad affiancare un altro grande esorcista, padre Candido, affidandogli l’incarico ufficiale. Questo invito segnò l’inizio di quella che lui stesso ha definito una professione, e che lo ha posto a tu per tu con il demonio ogni giorno. Attraverso riti e preghiere di liberazione, padre Gabriele ha cercato di alleviare le pene delle molte persone che, continuamente, si rivolgevano a lui dopo un calvario di inutili sedute mediche e psichiatriche. In queste memorie rivivono una serie impressionante di storie che testimoniano della potenza del Male e del Maligno e di quanto più potente ancora sia l’attività di quei ministri di Dio che, come padre Amorth, hanno fatto della propria vita una quotidiana lotta per la liberazione delle anime dalle possessioni demoniache. Estratto dal testo: «Benedetto XVI è un Papa tedesco, viene da una nazione decisamente avversa a credere a queste cose. In Germania infatti praticamente non ci sono esorcisti eppure il Papa ci crede: ho avuto occasione di parlare con lui tre volte, quando ancora era prefetto alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Altroché se ci crede! E ne ha anche parlato esplicitamente in pubblico parecchie volte. Ci ha ricevuto, come associazione di esorcisti, ha fatto anche un bel discorso, incoraggiandoci e elogiando il nostro apostolato. E non dimentichiamo che del diavolo e dell’esorcismo moltissimo ne ha parlato Giovanni Paolo II. Ci voleva uno come me, che non valeva niente, che non era niente, per spargere l’allarme, per ottenere conseguenze pratiche».
Sociologia Contemporanea (ISSN 2421-5872 Online). Numero 16A22 del 10/11/2022