L’enigma di Attilio Manca collega la sua fine, avvenuta appunto in circostanze poco chiare a Viterbo nel 2004, alla latitanza di Bernardo Provenzano. La tesi sostenuta dalla famiglia Manca è che Attilio, giovane urologo siciliano, sarebbe stato ucciso perché fu il medico che operò Provenzano a Marsiglia. Un intervento chirurgico che non doveva lasciare testimoni (Narcomafie). Tuttavia, ci sarebbe un'interessante traccia che colloca Provenzano, durante l’ultimo periodo della sua latitanza, tra l’alto Lazio e l'Umbria. Addirittura, l’allora eccellente latitante, alla fine del 2003, cioè tre anni prima della sua cattura, avrebbe cercato di proporre un tavolo di trattative all’ex Procuratore Nazionale Antimafia Pier Luigi Vigna. (Tuscia web). Una verità che stenta a venire a galla, anche perché più volte la morte di Attilio Manca è stata ritenuta dagli inquirenti come atto non omicidiario. Conclusioni affrettate, dettate da discutibile esperienza in materia di fenomeni mafiosi, o più semplicemente per motivi di opportunità? Sono questi alcuni degli interrogativi che molti si pongono.