Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’istruttoria a seguito della modifica della privacy-policy effettuata da WhatsApp a fine agosto che prevede la messa a disposizione di Facebook di alcune informazioni riguardanti gli account dei singoli utenti WhatsApp, anche per finalità di marketing. Per questo il Garante ha invitato WhatsApp e Facebook a fornire tutti gli elementi utili alla valutazione del caso, chiedendo in particolare di conoscere dettagliatamente: 1) la tipologia di dati che WhatsApp intende mettere a disposizione di Facebook; 2) le modalità per la acquisizione del consenso da parte degli utenti alla comunicazione dei dati; 3) le misure per garantire l'esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana in materia di privacy, considerato che dall'avviso inviato sui singoli dispositivi la revoca del consenso e il diritto di opposizione sembrano poter essere esercitati in un arco di tempo limitato.
Con solo riguardo alle sole utenze di WhatsApp, il Garante ha altresì chiesto di chiarire se i dati riferiti ai medesimi utenti siano anch'essi comunicati alla società, e di fornire elementi riguardo al rispetto del principio di finalità, considerato che nell'informativa originariamente resa agli utenti WhatsApp non faceva alcun riferimento alla finalità di marketing. Fonte: sito Garante privacy.
Tuttavia, solo per tentare di limitare i danni, si suggerisce di andare nelle impostazioni di WhatsApp, selezionare Account e deselezionare la voce “Condividi info account”, scegliendo appunto “Non condividere”. In questo modo si evita che le informazioni vengano utilizzate in Facebook per scopi pubblicitari.
Segue la dichiarazione di Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, resa all'Ansa il 27 settembre 2016: «La nuova privacy policy adottata da Facebook e WhatsApp pone serie preoccupazioni dal punto di vista della protezione dei dati personali. Il flusso massiccio di dati non riguarda solo gli utenti di Facebook o WhatsApp, ma si estende anche a chi non è iscritto a nessuno dei due servizi, i cui dati vengono comunicati per il semplice fatto di trovarsi in una rubrica telefonica di un utente di WhatsApp. Occorre ricordare che lo scambio di indirizzari non può avvenire senza il consenso degli interessati. Ad un primo esame, nelle nuove regole adottate da WhatsApp, sembrerebbe non essere previsto un consenso differenziato per le diverse opzioni e che gli utenti siano di fatto costretti ad accettare in blocco le condizioni che prevedono lo scambio dei dati. Le criticità già rilevate in passato vengono in questo modo moltiplicate. Vedremo adesso se Facebook e WhatsApp decideranno, responsabilmente e autonomamente, di sospendere questa iniziativa a garanzia degli utenti».