Tecnologia e reticenza

WhatsAppSta facendo molto discutere la funzione aggiuntiva di WhatsApp concernente la notifica di lettura, ovvero l’avvenuta ricezione del messaggio da parte del destinatario. Infatti, da qualche giorno il servizio di messaggistica mostra una spunta di colore azzurro a indicare la corretta “consegna” del testo dal mittente inviato. Ebbene, se da parte di tanti utenti, incluso il sottoscritto, questa iniziativa rappresenta un ulteriore processo evolutivo della moderna tecnologia, che in qualche maniera può essere di aiuto ad un certo tipo di relazioni – soprattutto se tali strumenti sono utilizzati in ambito lavorativo (personalmente auspico che tale passo in avanti si faccia anche con i servizi email free) – da parte avversa (forse sono anche di più) questa questione sta generando non pochi malumori.


Diciamo pure, dunque, che secondo un approccio psico-sociale del fenomeno, il risultato più immediato generato da detti malumori sembra rappresentato dal senso di rifiuto nell'essere in qualche misura “scoperti”, o comunque di sentirsi osservati, e quindi questo fatto porta a rafforzare l'ipotesi che sempre più tali nuovi strumenti di relazione sociale sembrano essere utilizzati non tanto giacché utili a migliorare il vivere quotidiano, ma più banalmente come sorta di paracolpi relazionali nel senso che si sceglie di esporsi attraverso messaggistica di questo tipo per evitare, o più per semplificare, la tipica comunicazione de visu, con ciò che essa ha sempre comportato, primo fra tutti essere costretti ad affrontare le persone direttamente.


Pare evidente quindi come nel moderno modo di comunicare vi sia sempre più spazio a tutta una serie di giustificazioni o scusanti, le quali altro non sono che la risultante nemmeno tanto latente di macroscopiche menzogne. Esempi in questo senso se ne trovano con estrema facilità, del tipo: “Scusa ma non ho letto il tuo messaggio perché non mi funzionava internet”; “Ero fuori campo, il telefono non prendeva”; “Avevo la batteria scarica”, e via di seguito. Tutto questo semplicemente perché al momento non si avevano argomentazioni credibili da proporre come risposta a quel certo tipo di messaggi; oppure perché, più semplicemente e senza che ci sia nulla di stravolgente, si era stanchi dopo un lavoro impegnativo, o perché non era opportuno distrarsi per rispondere immediatamente al messaggio.


In sintesi, come un po’ accade con le telecamere dislocate lungo strade e piazze cittadine (spesso anche all'insaputa di chi vi transita), se si accettano le nuove tecnologie per tutta una serie di ragioni – non ultima, come nel caso in esame, quello di aver snellito, diciamo pure stravolto persino i tradizionali rapporti sociali basati da sempre sul contatto fisico e dialogo reale, cioè parlato e non virtuale – allora anche in questo caso bisogna riflettere sul fatto che se WhatsApp ha ritenuto introdurre un sistema del genere (conferma di ricezione messaggio) è perché il divulgarsi (quasi senza limite) di questi nuovi metodi relazionali rappresenta proprio il business che ne stanno facendo i loro promotori. Se questo è vero, com'è ragionevole credere, è dunque altrettanto naturale, almeno dal mio punto di vista, che gli stessi si pongano nuovi traguardi tecnologici a corollario, cioè migliorativi e di sviluppo, rispetto a quelli di base.


Del resto, e termino, non credo che la menzogna, il defilarsi, o escamotage di bassa lega di questo genere, conduca a chissà quali livelli migliorativi della nostra esistenza. Anzi, generalmente avviene l’esatto contrario.