La Corte di Cassazione è tornata ad esprimersi in merito ai tempi di permanenza dell’illuminazione semaforica gialla, sottolineando che l’automobilista deve saper adeguare la velocità del veicolo in base alla situazione. Il caso specifico. A seguito della sentenza sfavorevole al guidatore emessa dal giudice di pace, decisione riformulata nel giudizio di appello, i giudici di Cassazione – avendo già avuto modo di osservare che riguardo ai tempi di permanenza dell’illuminazione semaforica gialla l’automobilista deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi e che una durata di quattro secondi dell’esposizione della luce gialla non costituisce un dato inderogabile – hanno ulteriormente richiamato la risoluzione del Ministero dei Trasporti n. 67906 del 16.7.2007, secondo la quale il Codice della strada non indica una durata minima del periodo di accensione della lanterna di attivazione gialla, ma regola invece il tempo minimo di durata di detta luce che non può mai essere inferiore a tre secondi. Ciò premesso, in conformità a tale principio – cui si è giunti attraverso uno studio del C.N.R. pubblicato nel 2001 nel quale si da atto che «tre secondi costituiscono […] il tempo di arresto di un veicolo che proceda ad una velocità non superiore ai 50 kmh» – una durata superiore a quella indicata deve senza dubbio ritenersi congrua (cfr. Cassazione, Sezione VI Civile, Sentenza 20 maggio - 1 settembre 2014, n. 18470).