L’analisi che fa l’Espresso sul fenomeno corruzione nell’ambito forense non credo possa considerarsi una novità, o qualcosa di segreto o inaspettato. Infatti, «Se la corruzione è uno dei reati più diffusi e la figura del giudice comprato è quella che desta più scandalo nell’opinione pubblica […] nel gran bazar della giurisdizione si può vendere non solo una sentenza, ma molti altri articoli di enorme valore […] Come un’informazione segreta che può trasformare l’iter di un procedimento, un ritardo che avvicina la prescrizione, uno stop a un passaggio procedurale, fino alla sparizione di carte compromettenti». L’articolo rimanda anche a una considerazione di Piero Calamandrei (1889-1956): «Ciò che può costituire reato per i magistrati non è la corruzione per denaro […] Il vero pericolo è un lento esaurimento interno delle coscienze, una crescente pigrizia morale». Tuttavia, aggiungo, a proposito di violazione di segreto, fuoriuscita di notizie riservate, sparizione di documenti, eccetera, non vanno dimenticati cancellieri e altri operatori giuridici pronti a vendersi al miglior offerente. Prosegui la lettura qui.