Sembra che nel gennaio 1993, dopo Falcone e Borsellino, sarebbe toccato all’allora sostituto procuratore antimafia Pietro Grasso, il giudice estensore della sentenza del maxiprocesso. La sua vita doveva servire per ridare vigore alla trattativa Stato-mafia che languiva. Pietro Grasso, nella sua prima uscita pubblica da presidente del Senato (un dibattito sull'emergenza sicurezza a Roma), ha raccontato per la prima volta le tappe del mancato attentato di Monreale organizzato da Riina per oliare «la famosa trattativa» che stava segnando il passo. Allora Totò Riina intervenne e disse, «ci vorrebbe un altro colpettino», e quel «colpettino ero io - ha spiegato Grasso - diventato oggetto della trattativa Stato-mafia» (Il Messaggero).