Il collaboratore di giustizia che ha permesso alla Procura di Caltanissetta di aprire un nuovo filone di indagini sulla strage di via D'Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta, conferma di aver procurato la Fiat 126 usata come autobomba, ma non sapendo in realtà a cosa sarebbe servita. Lo capì e collegò i fatti quella tragica domenica del 19 luglio del 1992 quando apprese dai telegiornali dell’attentato. La ricostruzione è stata fornita dal pentito nel corso dell’incidente probatorio davanti al Gip di Caltanissetta, nell’aula di Rebibbia a Roma. Questo è quanto lui riferisce, francamente mi sento di poter dire che come strategia difensiva diretta a tentare di attenuare la propria posizione processuale sta pure in piedi, viceversa, relativamente ad altro, ho qualche dubbio.