Da più parti si sostiene che in Italia l'economia non cresce a causa dei troppi ladri e furbetti, attivi sia nella politica, sia nelle imprese, sia nella pubblica amministrazione. Del resto sono ancora una volta i dati a confermare questo deplorevole andazzo delle cose. Segnalo in proposito un interessante articolo pubblicato oggi dall’Espresso. Tuttavia, come ho già avuto modo di accennare brevemente nel post precedente dal titolo “Corruzione, appalti pubblici e non solo”, la questione non riguarda unicamente politici e amministratori pubblici, ma anche imprese e professionisti privati senza scrupoli che in qualche modo con il loro comportamento agevolano il funzionamento di questa macchina criminale, tale sia sotto il profilo di rilevanza penale, ma anche per ciò che riguarda la famigerata questione etica, morale o sociale più in generale. Diciamo pure che se nel privato non ci fosse chi scende a compromessi e/o chi ha paura di denunciare il lestofante di turno, evidentemente le cose andrebbero in una direzione diversa, verosimilmente opposta. Chi tra tutti questi soggetti (amministratori pubblici, politici o privati), beninteso quelli disonesti, pensano che basti organizzare, piuttosto che promuovere, piuttosto che partecipare, piuttosto che finanziare, manifestazioni culturali o iniziative del genere per lavarsi la coscienza o per mascherare la propria reale identità, bene, allora non hanno capito nulla, perché potranno ingannare molti, ma non tutti.