Le folle elettorali, ovverosia la collettività chiamata a eleggere i propri rappresentanti, siano essi in ambito politico, associazionistico o di altra natura, sono, di fatto, delle folle eterogenee, le quali caratteristiche principali che le contraddistinguono da altre sono l’incapacità al ragionamento, l’assenza di spirito critico, l’irritabilità, la credulità e il semplicismo. Questo, in modo più ampio, lo scrisse Gustave Le Bon nell’opera Psicologia delle Folle, pubblicata per la prima volta a Parigi nel lontano 1895. Sembra ragionevolmente impossibile smentire la circostanza secondo la quale oggi, molti anni dopo, nulla è cambiato. Almeno secondo il mio punto di vista.