La storia è piena di uccisioni eccellenti - più o meno legittime - post dittature, subite dai tiranni. Ma quanto tutto questo sia in realtà accettabile è da vedere, anzi da disquisire. Al processo di Norimberga, in nome della legge, furono giustiziati alti gerarchi nazisti e loro fiancheggiatori. Prima ancora fu giustiziato il Duce, ma non si è mai capito in nome e per conto di chi. Stessa sorte per la compagna, nonostante non risultasse rea di alcun delitto. Anni dopo, ibidem - questa volta a testa in su e certamente reo - per Adolf Eichmann, impiccato in Israele, su disposizione di un tribunale. Più di recente, il califfo di Bagdad, Saddam Hussein. Dei giorni scorsi, invece, la discutibile fine del Rais libico, Muammar Gheddafi, seviziato pre e post mortem, avvenuta previa esecuzione sommaria. Su tutto ciò delle perplessità vanno pur avanzate. In particolare sul fatto se, ad esempio, gli stati occidentali, autoreferenziali in tema di diritti - i quali appoggiano quelle rivoluzioni mosse in nome della libertà e dei diritti umani, appunto - possano tollerare il reiterarsi di taluni eventi di palese stampo criminogeno.