domenica 14 aprile 2024

II sentimento di mafia

Tratto da “Che cosa è la mafia” (1900), Gaetano Mosca (1858-1941). Per il noto giurista e politologo italiano, il sentimento di mafia, o spirito di mafia, «consiste nel reputare segno di debolezza o di vigliaccheria il ricorrere alla giustizia ufficiale per la riparazione dei torti o piuttosto di certi torti ricevuti. Sicché mentre generalmente è ammesso, anche da coloro che agiscono secondo le norme dello spirito di mafia, che il furto semplice, la truffa, lo scrocco ed in genere tutti i reati nei quali l’autore si aiuta esclusivamente coll’astuzia e l’inganno e non presume di esercitare una violenza e di avere forza e coraggio maggiore della vittima, si possono denunziare alla giustizia, ciò invece sarebbe interdetto da un falso sentimento di onore, o di dignità personale, quando il reato riveste il carattere di una imposizione aperta e sfacciata, di un torto, che il reo intende di fare specificatamente ad un dato individuo, al quale vuole far sentire la propria superiorità e col quale non cura di stare in buoni rapporti perché non ne teme l’inimicizia ed il rancore. Le offese all’onore delle famiglie, le percosse, le violenze personali, l’omicidio in rissa o per agguato sono tutti reati per i quali la denunzia alla giustizia è ritenuta dai mafiosi cosa sconveniente e vile, che porta con sé una specie di squalificazione cavalleresca. È per questa ragione che gli Italiani del continente ed in generale tutti i forestieri che viaggiano od anche abitano in Sicilia sono quasi sempre rispettati dai malfattori, perché, non avendo il forestiero in generale rapporti con la classe delinquente, è difficile che contro di lui possa addursi il pretesto di una vendetta personale. È per la stessa ragione che gli stessi Siciliani che abitano nelle grandi città dell’isola raramente sono vittime di reati premeditati; giacché nelle grandi città ognuno può scegliere liberamente le persone colle quali vuole stabilire qualunque genere di rapporti ed i rancori personali più difficilmente si accendono e non trovano alimento nei contatti e negli attriti quotidiani come avviene nei piccoli centri».

sabato 16 marzo 2024

L’espressione dei sentimenti

Tratto da “L’espressione dei sentimenti nell’uomo e negli animali” (1878) Charles Darwin: «Ci gioveremo qui dei fatti osservati tanto nell’uomo che sugli animali; ma sono da preferirsi gli ultimi, perché meno soggetti a trarci in inganno. Principio dell’associazione delle abitudini utili. In date condizioni dell’animo, per rispondere o per soddisfare a date sensazioni, a dati desiderii, ecc., certe azioni complesse sono di un’utilità diretta o indiretta; e tutte le volte che si rinnovella il medesimo stato di spirito, sia pure a un debole grado, la forza dell’abitudine e dell’associazione tende a produrre gli stessi movimenti, benché d’uso veruno. Può nascere che atti ordinariamente associati per l’abitudine a certi stati d’animo sieno in parte repressi dalla volontà; in tali casi, i muscoli sopra tutto quei meno soggetti alla diretta influenza della volontà, possono tuttavia contrarsi e produrre movimenti che ci paiono espressivi. Altra volta, per reprimere un movimento abituale, altri leggieri movimenti si compiono, e pur essi sono espressivi. Principio dell’antitesi. Talune condizioni di spirito determinano certi atti abituali che sono utili, come lo stabilisce il nostro primo principio. Dappoi, allorché si produce uno stato dell’animo direttamente inverso, siamo fortemente e involontariamente tentati di compiere movimenti del tutto opposti, per quanto inutili, e in alcuni casi questi movimenti sono molto espressivi. Principio degli atti dovuti alla costituzione del sistema nervoso, affatto indipendenti dalla volontà e, fino a un certo punto, anche dall'abitudine. Quando il cervello è fortemente eccitato, la forza nervosa si produce in eccesso e si trasmette in certe determinate direzioni, dipendenti dalle connessioni delle cellule nervose, e in parte dell’abitudine; oppure può avvenire che l’afflusso della forza nervosa sia, in apparenza, interrotto. Ne risultano effetti che noi troviamo espressivi. Questo terzo principio potrebbe per maggior brevità dirsi quello dell’azione diretta del sistema nervoso» (cfr. Darwin, 1878).

mercoledì 28 febbraio 2024

Prospettive minori

Presentazione del Rapporto sulla Giustizia Minorile in Italia. Dibattito organizzato Antigone, Associazione per i Diritti e le Garanzie nel Sistema penale, tenutosi martedì 20 febbraio 2024 presso il Roma Scout Center. Registrazione video a cura di Radio Radicale. Testo tratto dall’introduzione: «Il modello della giustizia minorile in Italia, fin dal 1988, data in cui entrò in vigore un procedimento penale specifico per i minorenni, è sempre stato un vanto per il paese. Mettendo al centro il recupero dei ragazzi, in un’età cruciale per il loro sviluppo, nella quale educare è preferibile al punire, ha garantito tassi di detenzione sempre molto bassi, una preferenza per misure alternative alla detenzione in carcere, come ad esempio l’affidamento alle comunità e ottenuto un’adesione al percorso risocializzante ampio da parte dei giovani».